Il mondo dei Berserker by Fred Saberhagen

Il mondo dei Berserker by Fred Saberhagen

autore:Fred Saberhagen [Saberhagen, Fred]
La lingua: eng
Format: epub
pubblicato: 2015-06-12T16:00:00+00:00


E dopo ogni battaglia, che si concluda anche con una vittoria, ci sono sempre i feriti.

La carne lacerata è in grado di cicatrizzarsi. Magari si può sostituire una mano, o bendare un occhio, e persino i danni al cervello si possono riparare, entro certi limiti. Ma ci sono ferite troppo profonde perché il bisturi di qualche chirurgo arrivi anche solo a sfiorarle. Ci sono porte che non si apriranno mai dall’esterno.

Una volta, scoprii una mente divisa.

CHE COSA FACEMMO T & IO

Il mio primo ricordo conscio riguarda il luogo. Mi trovo in una grande stanza conica, all’interno di un grosso veicolo che sfreccia nello spazio. Il mondo mi risulta familiare, anche se sono nuovo.

– È sveglio! – dice una giovane donna dai capelli neri, guardandomi con occhi spaventati. Una mezza dozzina di persone in abiti scomposti, tra cui tre uomini con la barba lunga di giorni, si raggruppano nel mio campo visivo.

Campo visivo? La mia mano sinistra si alza per tastare il viso e le dita scoprono una benda sull’occhio sinistro.

– Non disturbate! – ordina l’uomo più alto. Probabilmente un tempo era una figura che si distingueva dalle altre. Parla in tono vivace, ma conserva nei modi una certa diffidenza, come se io fossi qualcuno importante. Invece sono solo… già, chi sono?

– Che cos’è successo? – chiedo. La mia lingua ha difficoltà a trovare anche le parole più semplici. Il braccio destro giace lungo il fianco come dimenticato, ma si muove al mio comando e con il suo aiuto mi rialzo in posizione seduta, provocandomi un soprassalto di dolore alla testa e un gran senso di vertigine.

Due delle donne si ritraggono. Un giovanotto dall’aria intrepida mette un braccio sulle spalle di entrambe, come per volerle proteggere. I loro volti mi risultano familiari, ma non riesco a ricordare i nomi.

– Meglio che non ti agiti – dice ancora il tizio alto. Le sue mani, chiaramente da dottore, mi tastano la testa e il polso. Poi mi aiutano a sdraiarmi di nuovo sul tavolo imbottito.

A quel punto scorgo i due robot alti e di sembianze umane che mi fiancheggiano. Mi aspetto che da un momento all’altro il dottore ordini loro di riportarmi nella mia stanza d’ospedale. Ma so che non succederà. Quello non è un ospedale. La verità sarà terribile, quando la ricorderò.

– Come ti senti? – chiede il terzo uomo, un anziano, facendo un passo avanti per venire a chinarsi su di me.

– Bene. Mi sembra. – Il mio modo di parlare è scarno e frammentario. – Che cosa è successo?

– C’è stata una battaglia – risponde il dottore. – Sei rimasto ferito, ma io ti ho salvato la vita.

– Bene. Grazie. – Il dolore e il senso di vertigine si attenuano.

– È normale che tu abbia difficoltà a parlare – continua lui in tono soddisfatto. – Tieni. Prova a leggere questo.

Mi mette davanti una carta, su cui compaiono in file ordinate una serie di segni che immagino siano lettere, o cifre. Distinguo chiaramente le sagome dei simboli, ma non significano niente per me.



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